LUCIANO E CESARIO

Non si conoscevano, ma avevano una grande passione comune: quella della corsa.

Luciano correva sin dalla prima media, durante l’ora di ginnastica, non si stancava mai! Correva spesso in compagnia del mio compagno di classe Francesco e non mi spiegavo, forse perché in quel periodo per me fare sport significava solo ed esclusivamente andare in bicicletta, come insieme riuscivano a correre per quasi un’ora di seguito!

Dopo le scuole medie, le superiori insieme sul pullman che ci portava ogni giorno a Vasto e sempre quella grande passione, per me ciclista un po’strana, per il podismo; sempre insieme ad amici più grandi di lui (poi, successivamente diventati  miei compagni di squadra della  Podistica S. Salvo)  fino ad approdare  in Toscana, universitario a Pisa.

Che bello vederlo nei panni di “attore” nel film IL PICCOLO DIAVOLO al fianco di Roberto Benigni.

Nelle vacanze estive a San Salvo i nostri incontri erano quasi sempre …di corsa, ovvero ci si incontrava sul lungomare o nella pista di atletica “P. Mennea” in pantaloncini e scarpette.

Cesario è stato compagno di classe al primo anno delle scuole superiori a Vasto; mi colpiva da subito la sua passione per la musica (cantava a squarciagola le “canzonette” di Bennato) e quella per il calcio;  l’esperienza nelle giovanili del Pescara per passare successivamente a giocare come centrocampista in molte squadre del vastese ed anche a San Salvo.

Un giorno ci siamo incontrati in una gara podistica: non ci vedevamo da oltre 20 anni ma la passione per la corsa subito ci ha fatto ritrovare nonostante il notevole lasso di tempo trascorso senza vederci. E così, sempre accompagnato dai due figli anch’essi appassionati di corsa, ci incontravamo spesso la domenica nelle varie gare in giro per l’Abruzzo.

L’altra mattina, due cattive notizie provenienti da L’Aquila e dalla Toscana, annunciavano la salita in cielo di questi due miei amici; due ragazzi sorridenti, sempre con le battute pronte e con lo sport da fare da cornice della loro vita.

Entrambe le vite spezzate: Cesario devastato dal virus che sta mettendo in ginocchio mezzo mondo,  Luciano dal male del secolo, che lo ha distrutto in poco più di un mese.

Avevano ancora da dover percorrere tanti chilometri i miei due amici, ma qualcuno ha deciso di cambiar loro il percorso della loro gara: correranno insieme in cielo!

 

I 18 ANNI DI ILARIA

Non scrivo di te sul blog solo per “par condicio” con tuo fratello, ma perché in questi anni di corsa abbiamo condiviso parecchi momenti felici in occasione di parecchie gare podistiche.

E’ vero, la corsa non lo hai mai vissuta come il tuo sport preferito, visto che da piccina preferivi prima il nuoto e poi la pallavolo e, quando andavamo a fare le visite medico-sportive mi ostinavo a far inserire sul certificato come secondo sport quello dell’atletica leggera, con la speranza che ogni anno fosse quello buono in cui riuscivo a convincerti a correre, ma tutto ciò purtroppo non è mai accaduto.

Però da bambina, in occasione delle varie gare podistiche per bambine con la Podistica San Salvo, volevi essere sempre presente e tendevi la tua manina per essere aiutata quando la strada diventava impegnativa ed il traguardo era ancora lontano, per poi dimenticarmi quando salivi sul palco a ritirare il meritato premio.

Da ragazza sei stata presente in molte mie maratone. Insieme a mamma sei stata la mia super tifosa e quando non potevi essere presente sul traguardo mi accoglievi in hotel sempre con la  stessa frase: ”Papi hai fatto primo?”.

Negli ultimi anni hai preso la splendida abitudine di aspettarmi negli ultimi metri delle maratone per poter correre gli ultimi metri con me e vivere l’emozione di tagliare il traguardo di una maratona.

Devi sapere che prendere quella manina e farmi accompagnare negli ultimi metri di quelle maratone, con il tuo dolce sorriso, faceva svanire tutta la fatica accumulata nei precedenti  42 Km di corsa, ed il bacio che mi davi sotto lo striscione d’arrivo era il premio più bello che io potessi avere.

Ricordo nitidamente l’arrivo di Milano, di Praga, di Rimini e gli incontri sul percorso di Valencia, di Roma, di New York e “l’intervista” che mi hai fatto, insieme a tuo fratello, nel post gara della maratona di Orlando.

L’altro giorno, nonostante le fastidiose restrizioni, ho visto che avevi una voglia matta di festeggiare i tuoi fatidici 18 anni….quella bambina che tendeva la manina per essere aiutata nelle difficoltà ha lasciato il posto ad una bella ragazza sicura di sé con tante belle ambizioni: ti aspettano tante esperienze interessanti che grazie alla tua caparbietà, la tua voglia di fare e, ovviamente anche dalla buona sorte, potrai trovare il posto giusto in questo mondo.

Buon compleanno piccola mia (sarai per sempre la mia piccola….nonostante gli anni che inesorabilmente passano) adesso che sei maggiorenne le cose si fanno ancora più serie!

E, quando vorrai tendermi la mano per ricominciare a correre insieme spero di essere pronto a vivere nuovamente quelle esperienze che solo la corsa può dare.

 

ESSERE MARATONETI AL TEMPO DEL CORONA VIRUS

In questo periodo molto particolare che stiamo vivendo il podista-maratoneta, ovvero colui che ha sempre interpretato la corsa non solo come svago quotidiano (come vogliono farci credere i nostri detrattori) ma come esercizio fisico costante basato sulla disciplina e soprattutto sulla resilienza (quella forza interiore che ci ha fatto sempre superare i limiti ed arrivare al traguardo ottenendo dei risultati impensabili a priori) ha il dovere di applicarli oggi, in queste giornate nelle quali siamo chiusi in casa con i nostri familiari per metterli a disposizione di chi sta vicino a noi e per le persone più deboli.

Pertanto, noi esercito di podisti, più che lamentarci di non poter andare a correre all’aperto, più che “fare i criceti” nei nostri giardini/garage/case, cioè correre in spazi ristretti, piuttosto che essere polemici con il politico di turno che avvalora o toglie qualche punto dell’ultimo Decreto, abbiamo questo obbligo morale di aiutare chi non ha la nostra stessa forza d’animo, quella forza che ci ha permesso più volte di raggiungere obiettivi apparentemente irraggiungibili e quella forza che ci ha fatto percorrere chilometri e chilometri senza mai mollare!

E come dice uno dei guru della corsa A. Rock” Cambiare abitudini è molto difficile; la vita scorre troppo in fretta. Vi ricordate quel mondo frenetico nel quale mentre eri impegnato in un’attività avevi in mente altri impegni ed altri luoghi? Pensavate di controllarlo quel mondo; in realtà era lui che controllava voi. Era una vita talmente veloce da non rendervene conto. Siete passati da una cosa via l’altra all’immobilità sbigottita. La vita governata dall’orologio fatta a pezzi da un nemico invisibile. Adesso bisogna allenare corpo e mente ad aspettare. Temprare lo spirito, allenarsi ad avere più pazienza. Anche la guarigione è una questione di tempo. Nulla dura per sempre… nemmeno il virus, che come il cattivo dei film western ci ha cambiato la vita. Adesso bisogna fare la cosa giusta: combatterlo, perché tutti corrono il rischio di essere uccisi. Se non stai a casa dove vai vai sono guai. Bisogna aspettare e aspetteremo; c’è un tempo per tutte le cose: ora è il tempo del cambiamento, della pazienza e della resistenza. La vita continua ed il cielo è dalla nostra parte. E’ tempo di lottare per vivere e di guardare in modo risoluto al futuro. Lo so che è dura…ma la vita è bella ed il mondo vuole vedere la speranza sul nostro viso. Voglio che ci sia un cecchino dalla vista acuta che uccida il virus”.

CR7, LORENZO GEMMA, LUCA ONOFRILLO

Tempo addietro leggevo un articolo sulla differenza tra il prezzo ed il valore di alcuni campioni dello sport e il giornalista metteva in evidenza che spesso i più pagati erano indubbiamente anche quelli che valevano di più non solo in termini sportivi ma soprattutto in termini sociali. Così si scopriva che Cristiano Ronaldo era diventato un credibile testimonial dell’AVIS in quanto, per sua scelta, non “sporcava” il suo corpo con dei “modaioli” tatuaggi per non pregiudicare il suo periodico  appuntamento con la donazione del sangue, in ossequio ai valori trasmessi dalla mamma Maria Dolores.

Così un giorno, nel corso di una delle tante maratone corse insieme, mi avvicinavo a Lorenzo Gemma, mitico ultra-maratoneta romagnolo (con origini pugliesi) e gli spiegavo che, dati alla mano, lui valeva molto di più di Cristiano Ronaldo, viste le sue oltre 850 maratone/ultra svolte e, soprattutto le quasi 200 donazioni di sangue effettuate.

Infatti,  pochi sanno che il mitico Lorenzo, oltre a macinare chilometri e chilometri ogni domenica in ogni parte d’Italia (non disdegnando di fare qualche puntatina, con la sua fedele compagna di viaggio Rita, anche all’estero) impegna il suo tempo come donatore di sangue (non a caso l’ho visto sempre correre con la casacca AVIS FORLI’) e, oltre ad aver corse decine e decine di 100 Km, trascorre le proprie giornate come autista di mezzi per spostare i disabili in città, oltre che essere un valido componente della locale squadra della Protezione Civile.

Quindi, non bisogna valutare le persone solo per ciò che sono conosciuti, ovvero i goal di CR7 o gli arrivi al grido “…e stasera si….” nelle maratone svolte in ogni angolo d’Italia da Lorenzo, ma occorre apprezzarli e valutarli anche per le virtù un po’ nascoste e che vanno sicuramente evidenziate.

In tutto ciò cosa c’entra Luca Onofrillo?

I goal alla Ronaldo, nonostante l’impegno, non credo che sia in grado di farli….i chilometri di Lorenzo spero che un giorno possa iniziare a farne almeno qualcuno….ma in compenso stamani ha finalmente effettuato la sua prima donazione di sangue, che per un neo diciottenne (con la fissa per la patente, con la possibilità di potersi firmare finalmente le giustificazioni da solo ed il “pensiero light” per la maturità prossima) è già qualcosa di importante….soprattutto per il suo futuro!

 

IN BICI O DI CORSA L’EDUCAZIONE STRADALE …QUESTA SCONOSCIUTA

Quando si corre a piedi o si va in bici, nonostante la presenza sul nostro territorio di qualche chilometro di pista riservata, è inevitabile che il ciclista o il podista vada a configgere con l’automobilista. Mi è capitato più volte di vivere scene raccapriccianti o sulle strisce pedonali o anche nelle piste ciclo-pedonali, addirittura anche tra ciclisti e podisti. Però, la scorsa domenica, in occasione di una maratona in Spagna, ho avuto modo di riflettere sull’argomento anche alla luce di una telefonata che ho ricevuto da un’amica qualche giorno prima proprio sull’argomento.

Ma andiamo con ordine.

A Las Palmas la maratona aveva praticamente invaso l’arteria principale della città, cosicché i ciclisti erano costretti a percorrere la pista che invece normalmente era riservata ai podisti. Ad un certo punto, sotto i miei occhi, ho visto due gruppi di ciclisti, provenienti da direzione opposta, che rischiavano di scontrarsi; invece grazie alla bassa velocità di marcia ed al loro buon senso, nell’incrociarsi si sono saputi ben evitare e anzi ho visto sorrisi e reciproche pacche sulle spalle.
Tornando alla telefonata della mia amica (peraltro anch’essa podista) la stessa mi raccontava di una domenica mattina che nel mentre usciva di casa con la sua automobile si imbatteva in un gruppo di podisti sulla strada riservata alle automobili. Istintivamente ha usato il clacson per avvisare i podisti della sua presenza ma, di tutta risposta, è stata insultata e apostrofata in malo modo.
La mia amica è rimasta sbigottita dall’atteggiamento dei podisti e mi ha fatto notare la spiacevole situazione nella quale si era venuta a trovare.
Ora il problema è tutt’altro semplice da dirimere perché occorrerebbe tener conto di tante situazioni particolari ma credo che la cosa più importante è che sia il ciclista che il podista siano “armati” di buon senso e buona educazione.
L’episodio dei ciclisti spagnoli mi ha fatto riflettere sul grado di educazione stradale e di rispetto reciproco esistente tra gli sportivi di quel paese che, nell’occasione, invece di insultarsi reciprocamente si sono scambiati sorrisi e saluti.
Ma perché ciò non è possibile anche da noi?
Certe domeniche mattina mi imbatto con ciclisti che corrono ad oltre 40 km/h in una stradina di poco più di un metro e mezzo che urlano per avere strada…..
Dove sta il buon senso in quella situazione….a pochi metri da quella pista (che loro rivendicano essere solo ciclabile) vi è una strada piatta e larga dove possono “volare” come credono senza mettere in pericolo la loro è l’altrui incolumità.

Sempre sull’argomento devo segnalare l’atteggiamento degli automobilisti e dei pedoni in occasione della chiusura delle strade in una grande città a seguito di una maratona: si scatena il finimondo; veniamo puntualmente insultati e maltrattati perché impediamo la loro libera circolazione. Ricordo di un episodio durante la mia prima esperienza nella maratona di Milano (città poco paziente con i maratoneti); mentre percorrevo stancamente gli ultimi chilometri di una freddissima e massacrante maratona venivo letteralmente aggredita da una vecchina che con un forte accento milanese mi intimava: “….ma giovanotto dove va? Non sa che il primo è passato circa due ore fa?…Ma cosa corre a fare ancora…”!!!

LA PIOGGIA NON FERMA LA CARICA DEI 300 ALLA CORRIAMO PER IL LUPPOLO

Nonostante la pioggia insistente è riuscita alla grande la 5° edizione della “Corriamo per il luppolo” gara podistica con degustazione della birra organizzata come ogni anno il 14 Agosto a Tavenna (CB). A vincere la kermesse molisana è stato Stefano Rocchetti di Termoli, che ha preceduto Giuseppe Iamonaco (AVIS Campobasso) e Angelo Iademarco (Podistica S. Salvo), mentre in campo femminile la vittoria non è sfuggita alla molisana Francesca De Santis (già vincitrice a Tavenna) che ha preceduto Alessandra Bruno (Podistica Vasto) e Linda Caserio (AVIS Campobasso).

     

Viva soddisfazione del patron della manifestazione Fabio Zara che nonostante le avverse condizioni meteo ha visto arrivare nel borgo molisano centinaia di podisti pronti a onorare la manifestazione più cool della zona. Infatti è stata un’occasione per salutare tanti podisti-amici che sono arrivati da ogni parte d’Italia. Addirittura, ospite d’eccezione, è stato l’ultra maratoneta pugliese Domenico Martino, di ritorno dalla 10 in 10, ovvero 10 maratone in 10 giorni sul Lago d’Orta; non è voluto mancare nemmeno Angelo Rapino, impegnato in mattinata in una gara del circuito del Corrilabruzzo; così molti amici del nord Italia come Antonio Anniballe da Milano, altri amici da Bologna, Roma e Pescara (Massimo e la sua crew) ed infine ovviamente moltissimi atleti abruzzesi e molisani.
A fare gli onori di casa il Sindaco di Tavenna Simone Spadanuda (anch’egli protagonista della gara) che insieme a Gianluca Zara (rappresentante della Zara Cereali, mail sponsor della manifestazione) hanno premiato gli atleti che sono saliti sul podio costruito rigorosamente su della casse di birra per ricevere i “trofei” a tema, ovvero un fusto di birra.
Importanti le parole del decano della manifestazione Benito Grieco anni 81 da Campobasso, che ha sottolineato l’importanza di queste manifestazioni dove a prescindere dai premi vi è una voglia di fare sport insieme, in un borgo bello come Tavenna.

Prima della gara c’è stato un minuto di raccoglimento per onorare la scomparsa di un grande amico della Corriamo per il luppolo Tonino Bevilacqua, sempre presente a Tavenna in occasione delle precedenti edizioni della manifestazione, ricordato dalle parole toccanti dell’amico di sempre il Dott. Lucio Del Forno.
A fine gara gli amici della Runners Petacciato hanno avuto problemi a cambiarsi gli indumenti fradici di pioggia dentro le proprie auto e così una signora di Tavenna, Zia Marietta, di anni 91 li ha fatti entrare in casa dando loro una “calorosa” ospitalità per alleviare le sofferenze post gara: i miracoli della Corriamo per il luppolo!


Altro miracolo è stato realizzato dagli organizzatori del party finale: infatti a tempo di record è stata allestita la location giusta per degustare la cena finale coordinata dall’AVIS Tavenna, particolarmente apprezzata da tutti i partecipanti.

LA CORSA DI TONINO….CHE UNISCE!

Una sera ho avuto il piacere di cenare con un grande maratoneta italiano ed alla mia domanda se un certo personaggio pubblico che divulgava la corsa era un personaggio positivo per il movimento podistico mi rispose che in realtà era molto divisivo.

Ieri mattina, recatomi al Lido Acapulco di Vasto Marina, ed alla vista di oltre cento podisti provenienti oltre che da Vasto anche da S. Salvo, Montenero, Petacciato, Cupello, S. Buono, ho capito che Tonino Bevilacqua è stato un podista che ha saputo unire. Con la sua umiltà e semplicità ha trasmesso ai propri amici e conoscenti il valore coesivo della corsa. E così ieri mattina ad ascoltare gli aneddoti del Sindaco di Vasto Francesco Menna (che ha condiviso con Tonino la preparazione del ristoro fatto di pane e pomodoro in occasione di più edizioni della “Correre per vivere”), della splendida poesia declamata dall’amico di sempre Dott. Lucio Del Forno  e delle profonde parole di Don Gianfranco prima della partenza della corsa di 9 km a piedi scalzi sulla battigia, in mezzo ai bagnanti incuriositi,  c’erano non solo semplici amatori ma anche molti agonisti e persino podisti d’elite del calibro di Naglieri, Catalano, Viti, Ialacci,  Battista, Bruno e Di Pietro che hanno trascurato il domenicale allenamento per essere presenti alla manifestazione, sapientemente coordinata da Nicola Delli Benedetti e Cesare Altieri, in ricordo del decano del podismo vastese, che ha salutato la vita terrena proprio una mese fa.

Alla fine della corsa tutta la famiglia Bevilacqua (dalla cara moglie accompagnata dai figli fino a  nuore e nipoti)  ha accolto gli oltre cento podisti con un semplice ma gustoso ristoro proprio a base di pane e pomodoro (che Tonino adorava) condita da una deliziosa ventricina locale.

Alla fine il gruppo dei Tapascioni, al quale Tonino era profondamente  legato, ha regalato alla famiglia di Tonino una bellissima gigantografia raffigurante Tonino che corre sulla riva del suo mare Adriatico.

E così nel salutarci tutti noi podisti abbiamo avuto la netta sensazione che Tonino aveva colpito ancora: ci aveva riunito nuovamente come a lui piaceva e ci aveva fatto fare una bella corsa nel posto e nel modo in cui egli amava, ovvero in riva al mare ed a piedi nudi!

CIAO TONINO!

Ieri, nel primo pomeriggio, mi è arrivato un messaggino da parte del Dott. Lucio Del Forno che recitava testualmente. “Tonino lo scalzo è morto un’ora fa!“.

Sono rimasto impietrito e senza parole; la prima reazione è stata di chiamare il Dott. del Forno per saperne di più.

Tonino era una persona semplice e giusta!

Aveva un’amore sviscerato per la corsa, che risaliva agli anni ’70 quando, nel vastese, chi correva a piedi era quasi preso per matto.

Alcuni suoi colleghi di fabbrica dell’epoca (per la precisione la Magneti Marelli), tra i quali Tommaso ed Egidio, mi hanno raccontato parecchi aneddoti di Tonino, definito dagli stessi come una persona che ha vissuto semplicemente e felicemente accontentandosi di quel poco che aveva e dando sempre la sua disponibilità agli altri.

Caratteristica più importante di Tonino era che mentre correva, a qualsiasi ritmo, lui non smetteva mai di parlare; ed era un piacere ascoltarlo!

Questa caratteristica la posso confermare anch’io: le mattine che ci incontravamo al Parco del Muro delle Lame qualche giro di pista insieme era d’obbligo e doveva sempre raccontare qualche aneddoto di qualche gara o delle circostanze curiose capitate a lui o a qualche conoscente, prima di prendere il suo motorino ed andare giù alla marina a prendere le cozze….

Ricordo una circostanza in cui correvamo sulla spiaggia ed arrivato ad una certa altezza si fermò e disegnò con il piede sulla sabbia una croce e poi riprese a correre. Mi spiegò che in quel preciso punto morì, anni prima, un suo amico fraterno mentre correvano insieme, ed il suo modo di ricordarlo, nel passare in quel punto, era quel gesto che avevo appena visto.

Alla “Corriamo per il luppolo” di Tavenna era ormai diventato una star….; invitato dall’amico comune Fabio apriva la gara con la sua corsa a piedi nudi che incuriosiva tutti gli sportivi presenti all’evento.

Sul palco, in una edizione della gara molisana, il suo fraterno amico il Dott. Lucio del Forno lo premiò con una “crolla” fatta di agli (di cui era un rinomato buongustaio) e peperoni, preparata nell’occasione dal patron della manifestazione Fabio.

Egidio mi ha raccontato di quando ha avuto il problema ai tendini ed il dottore consultato gli consigliava di smettere di correre: non si è dato per vinto….ha cambiato il modo di correre: da quel giorno ha iniziato a correre scalzo, senza scarpe, consigliandolo vivamente a quanti avevano problemi ai legamenti.

Per Tommaso è stato il suo primo allenatore nel 1980 e ricorda ancora, con le lacrime agli occhi, di quando per poter cercare di vincere un campionato provinciale aiutò Tonino a tenere a debita distanza l’amico-

rivale dell’epoca Guido Catenaro.

Fa tenerezza, per noi che lo abbiamo conosciuto solo alcuni anni fa, sapere che anche Tonino era uno che correva a 4′ al Km!!!

Ciao Tonino…questa estate al Parco Muro delle Lame sarà dura non vederti arrivare con tuo motorino e soprattutto con il tuo proverbiale buonumore!

Presentazione

Nasce questa nuova avventura poco più di cinque anni dalla pubblicazione del libro 10 ANNI DI CORSA, in cui mi sono divertito a raccontare parecchi aneddoti che mi sono capitati appena dopo la nascita di mia figlia Ilaria fino alla Maratona di Roma 2012.

In questo nuova esperienza di scrittura, decisamente diversa da quella di scrivere e pubblicare un libro, cercherò di raccontare le esperienze degli ultimi sei anni e, vista la contemporaneità del mezzo, quelle presenti e future.

La differenza, con uno strumento statico come il libro, è che con il blog ci sarà la possibilità di interagire con i lettori (speriamo numerosi ed appassionati) al fine di poter completare insieme degli aspetti o dei ragionamenti sui vari temi della corsa.

Nel ringraziare vivamente i responsabili di CITTANET (Antonio, Francesco e Samantha) che mi stanno portando per mano in questa nuova esperienza, voglio sperare di non dover abusare troppo della loro pazienza, dopo aver appreso molto da loro nell’esperienza “Blogger in un giorno”, tenuto nello scorso settembre anche a S. Salvo.

Uno spazio rilevante in queste pagine l’avrà sicuramente la mia squadra podistica, con la quale mi appresto ad iniziare la mia 13° stagione consecutiva; la Podistica San Salvo sicuramente continuerà a fare grandi cose tali da meritare il giusto spazio all’interno di queste pagine.

Così come saranno riportate tutte le gare nelle quali sarò presente a vario titolo: da runner (speriamo numerose maratone) da organizzatore e da speaker.

La cosa che mancherà è sicuramente il dispensare i consigli tecnici: per ciò ci sono dei blog molto più tecnici del mio, curati da persone decisamente preparate sui vari argomenti tecnici. Da queste righe, invece, c’è da aspettarsi solo i vari racconti ed aneddoti conditi con delle piacevoli sensazioni, finalizzati a convincere qualche sedentario ad alzarsi dalla poltrona e  cominciare a indossare delle scarpe da corsa ed una canotta.

Infine un grande ringraziamento fin d’ora a tutti quegli amici/conoscenti che avranno la bontà di leggere queste pagine; è inutile sottolineare che la loro presenza è importante per chi si cimenta in questa avventura; se si dovesse formare un bel gruppo che riuscisse anche ad interagire sarebbe veramente un bel risultato!

Il fine di questo blog?? Come già detto durante la presentazione del libro far venir voglia al lettore  di mettere delle scarpette da corsa ed iniziare a correre. Del resto ci sono veramente tantissimi motivi per iniziare a correre: uno sarà quello di verificare di persona quello che diciamo in questo blog!

Del resto, se ci sono riuscito io (e continuo a farlo) possono riuscirci tutti: basta tanta  ma tanta buona volontà e cercare di dare costanza all’esercizio fisico. Poi l’obiettivo finale ognuno lo stabilisce a proprio piacimento, non dimenticando mai il puro piacere della corsa (a prescindere dalla velocità o dai chilometri percorsi) che deve portare al divertimento, passando inevitabilmente per un po’ di fatica!

Prefazione di Antonio Cilli.

Se ciascuno di noi curasse un proprio blog, otterremo due grandi miglioramenti.

In primo luogo ciascuno di noi potrebbe comunicare la propria anima, è troppo, lo so, ma mi è rimasto tempo solo per le cose che voglio fare.

In secondo luogo (un po’ meno mistico) ciascuno di noi, più o meno consapevolmente, sarebbe artefice dell’attuazione dell’Articolo 21 della Costituzione Italiana. Di quella libertà di espressione e di stampa in cui il nostro Paese non sembra essere campione.

Diventare editori di se stessi è una strada per misurarsi, per correre, per migliorarsi.

L’Avvocato Pasqualino Onofrillo corre, si misura, si migliora da anni e di blog per passione, competenza e espressione potrebbe fondarne almeno tre: uno in ambito giuridico, uno in ambito economico-finanziario, e uno in ambito sportivo.

Ha scelto di iniziare con quello sportivo.

In bocca al lupo Pasqualino!