QUARTO APPUNTAMENTO PODISTICO VIRTUALE: LA 50 Km DI ROMAGNA… MIA CE LA FAI! LA ULTRAMARATONA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Continua la serie di maratone della speranza e il 25 aprile è stata la volta della prima ultra della serie: la 50 Km di Romagna, corsa intorno casa (solo per poco più di un’ora) dopo aver avuto la bella notizia dal Presidente del Club dei Supermaratoneti che la raccolta fondi solidale ha quasi raggiunto la somma di € 20.000,00…non solo chilometri per il popolo delle lunghe ma anche concreta solidarietà!
Personalmente la 50 Km. Di Romagna non l’ho mai corsa ma ho sempre avuto notizie dettagliate dal mio solito inviato….(si sempre lui!) il mitico Domenico Martino, che me lo ha sempre descritta come il piccolo Passatore, per via della distanza e dell’importanza del percorso.
Quando si parla di Romagna e di maratone il mio pensiero non può non andare a quella di Rimini, che ho avuto la fortuna di correrla sia nel 2014 che lo scorso anno. E’ una maratona alla quale sono sempre andato volentieri anche perché seguito, in ambo i casi, dalla mia famiglia al completo.


Ma c’è di più….nel 2014 ho tagliato il traguardo sotto l’Arco di Augusto accompagnato da mio figlio Luca (che udite udite….ha quasi corso 6/700metri di fila!), mentre nel 2019 sono stato accompagnato all’arrivo dalla mia piccola Ilaria, ed in entrambi i casi la mamma prontissima con le foto.


Rimini è proprio la capitale della Romagna e lo senti dai profumi e dai sapori (ricordo il post gara con sardoncini e piadine) , dalla musica (alla vigilia l’esibizione della cover band di Vasto Rossi) e dai colori della riviera, ricca di sportivi in bici con il loro inconfondibile accento, pronti ad incoraggiare ed accompagnare i maratoneti fino al traguardo nel centro storico.
E poi all’arrivo c’è sempre stata una location tipicamente “balneare”…sdraio ed ombrelloni per far recuperare le fatiche dei maratoneti stanchi e stravolti.


Nell’edizione 2014 il percorso, dopo chilometri e chilometri di riviera, ci ha portati a Santarcangelo di Romagna, altra bellissima cittadina con un antico borgo medioevale da attribuirgli senza alcuna smentita il titolo di “Città d’Arte” ed in occasione dell’attraversamento si sentiva vigorosa la sua forte identità romagnola!


Inutile dire che l’arrivo del corona virus mi ha impedito quest’anno di tornare in Romagna; sarebbe stata tappa obbligata per via della presenza di mio figlio Luca nella vicina S. Marino, ma che questa noiosissima quarantena ci ha costretti tutti a casa….ed anche a correre intorno ad essa!

PADOVA MARATHON….CHE IL SANTO CI AIUTI: ESSERE ULTRAMARATONETI AL TEMPO DEL CORONA VIRUS 4

Terza maratona virtuale sulle undici in programma ricalcando più o meno quello che era, o meglio, sarebbe stato il programma delle maratone/ultra italiane 2020, sempre all’insegna della legalità e della solidarietà  (a tal proposito il presidente del Club Supermarathon Paolo Gino ci ha comunicato di aver raggiunto la somma di € 17.000 da destinare in beneficienza).

E così domenica scorsa è stata la volta della Padova Marathon, corsa stavolta intorno casa (vista la bella giornata di sole e lontano dal mio tapis roulant) ricordando il piacere di averla corsa nel lontano 2006: fu la mia terza maratona e fu precisamente il 23 aprile 2006….stampato sulla maglietta celebrativa rispolverata per l’occasione insieme alla medaglia!

In quella trasferta andai con il mio amico-collega Carmine che svolse il ruolo di autista, con la sua spaziosissima Fiat Multipla ed insieme al mio compagno di squadra Tommy che, nell’occasione, fece da accompagnatore, nel senso che mi aspettò sulla linea della mezza maratona (in prossimità del nostro hotel) e mi avrebbe dovuto sostenere fino all’arrivo.

In effetti Tommy mi sostenne quasi fisicamente, in quanto, dopo il trentacinquesimo chilometro, forse per colpa di un caldo anomalo (all’arrivo il termometro segnava più di 30°), avevo letteralmente finito le forze e gli ultimi chilometri furono un vero calvario.

Ricordo con piacere l’erba di Prato della Valle, la piazza del centro storico di Padova, sulla quale mi sdraiai appena ricevetti la medaglia all’arrivo.

Più che la città di Padova ricordo i paesi limitrofi, in quanto la maratona partì da Vedelago ed attraversò una decina di paesini della provincia (rallegrati da numerose bande degli Alpini)  prima di arrivare in città proprio a Prato della Valle, che oltre ad essere la piazza principale della città, è anche una delle più grandi e suggestive (particolare la sua forma ellittica) piazze d’Europa, per me nota, prima di quel giorno, perché teatro di parecchi Festivalbar ed altri concerti musicali.

Ovviamente nella piazza vi è la Basilica di S. Antonio che visitammo il giorno prima della gara, dopo il ritiro del pacco gara contenente la maglietta celebrativa rispolverata domenica scorsa.

Persi l’occasione (stante l’assenza in quella trasferta di mia moglie che è la vera intenditrice di casa) di visitare la Cappella degli Scrovegni, contenente un celeberrimo ciclo di affreschi di Giotto, ma sarà sicuramente il pretesto per tornare nella città veneta in una futura maratona, appena questa emergenza corona virus passerà e finalmente si potranno visitare le bellezze architettoniche della città veneta.

 

ESSERE ULTRAMARATONETI AL TEMPO DEL CORONA VIRUS 3: DONANDO SUL LAGO DORATO. LAGO D’ORTA MARATHON.

E così siamo al secondo appuntamento dello speciale calendario delle 11 Maratone della Speranza, organizzato dal Club dei Supermaratoneti, condito da due requisiti essenziali: la legalità e la solidarietà (per maggiori informazioni www.clubsupermarathon.it).

L’appuntamento di Pasquetta è quello sul lago d’Orta, definito il più romantico dei laghi italiani.

Situato in provincia di Novara, è teatro ogni anno di plurimi ritrovi del Club Supermarathon; negli anni passati si sono svolte la QUADRORTATHLON (quattro maratone in quattro giorni) all’inizio dell’estate per poi replicare  alla grande….quindi sarebbe il caso di dire decuplicare ….durante le vacanze d’agosto con la ORTA 10 IN 10, tutto sotto la regia impeccabile del padrone di casa il mitico Presidente del Club Paolo Gino.

Non sono mai stato presente in queste manifestazioni ma ho dei racconti precisi e dettagliati fatti dal mio amico Domenico, il quale non ne ha mai saltata una, ed ho avuto anche il piacere di vedere le meravigliose dieci medaglie incastonate insieme, ricevute al termine della faticosissima esperienza podistica.

Quindi  per me, nello svolgere la simulazione di questa gara è stato praticamente impossibile immaginare il lago d’Orta e allora i miei pensieri sono tornati sulla precedente gara: la Milano Marathon del 2015; anno in cui sono stato nel capoluogo meneghino accompagnato da tutta la mia famiglia e ne abbiamo approfittato per far visita ai miei zii milanesi (che purtroppo oggi sono letteralmente chiusi in casa per far fronte all’emergenza del corona virus).

In quella edizione, che in qualche modo ho rievocato con la maglietta e la medaglia dell’epoca, ho avuto il piacere di tagliare il traguardo con mia figlia Ilaria, che mi ha aspettava a trecento metri dall’arrivo e concludevamo insieme la gara nel rettilineo di Corso Venezia, chiusa abbondantemente sotto le quattro ore!

E’ stata una manifestazione corsa sotto un sole meraviglioso, quasi inaspettato per la città lombarda….quel sole che speriamo torni a splendere presto e che possa “asciugare” tutte le “cicatrici” che in questi giorni, troppo spesso, vediamo in TV.

ESSERE SUPERMARATONETI AL TEMPO DEL CORONA VIRUS 2:LA MILANO RESISTI MARATHON

In questa settimana prima di Pasqua due sono state le notizie più importanti riguardante l’epidemia in corso ed il mondo podistico; la prima, sicuramente più faceta, è quel video che si trova in ogni cellulare, che ritrae il podista che corre sulla spiaggia di Pescara inseguito da un agente delle Forze dell’Ordine….è inutile dire che ho ricevuto almeno dieci messaggi di amici di fuori regione che sostenevano che il podista ero io…!!!

La seconda notizia, purtroppo molto ma molto più seria, è stata la scomparsa di Donato Sabia, mezzofondista lucano, finalista in due olimpiadi ed attualmente Presidente della Fidal della Basilicata, stroncato, quindi giorni dopo suo padre, dal corona virus…

 

Inutile dire lo sgomento degli amici lucani e pugliesi che conoscevano personalmente Donato Sabia, grande uomo oltre che atleta di spessore, ed uno di essi, Antonio mi ha ricordato il giorno in cui ho avuto il piacere di intervistarlo alla partenza della Ultramaratona delle Fiabe di Rapone di qualche anno fa.

A proposito di amici, continua la serie delle maratone virtuali coordinate dal Club Supermarathon  del Presidente Paolo Gino, che dopo aver organizzato domenica scorsa la Milano Resisti Marathon, per lunedì di Pasquetta è prevista il secondo appuntamento: Donando sul Lago Dorato (per informazioni www.clubsupermarathon.it) .

Gli ingredienti sono sempre gli stessi: rispetto della legalità (correre in casa o al massimo in giardino) e slancio di solidarietà…a tal proposito il ricavato ad oggi è di oltre € 16.500,00.

Domenica scorsa, correndo la Milano Resisti Marathon, il pensiero non poteva non andare alle tre edizioni che ho corso realmente nella città meneghina: nel lontano 2005, nel  2015 ed infine in quella del 2017.

Ho corso con la maglietta griffata Armani (pacco gara dell’edizione 2017) ed alla fine ho rispolverato la medaglia della stessa edizione….forse la più bella!

Anche se sono molto affezionato alla mia prima esperienza a Milano nel dicembre 2005, giornata freddissima in una Milano innevata; era la mia seconda maratona (dopo l’esordio in quella di Roma) e, nonostante le avverse condizioni climatiche, sono arrivato brillantemente in Piazza Duomo dove stavano ad aspettarmi i miei due compagni d’avventura Antonello e Luigi.

 

L’INFORTUNIO….IL NEMICO INDESIDERATO….MA SI PUO’ USCIRE DA OGNI TUNNEL CON FIDUCIA E GRADUALITA’.

Stanco di passare le domeniche in bicicletta e guardare i miei colleghi podisti allenarsi per i vari “lunghi” (sono prossime le maratone di Bologna, Roma e Milano) ho cercato di leggere qualcosa per superare, almeno psicologicamente, visto che non ci riesco fisicamente, lo stress da infortunio.

Mi sono imbattuto con queste righe scritte dal mio amico Matteo Simone, psicologo dello sport ma soprattutto grande ultra maratoneta e triatleta; insomma una persona che non solo lo studia il mondo dello sport ma lo pratica con caparbietà e resilienza.

Ci siamo conosciuti in occasione della mia prima ultra maratona a Lucera (periodo che iniziavo a preparare la 100 km del Passatore) e ci siamo piacevolmente rivisti proprio in occasione della mia ultima maratona corsa ad inizio dicembre a Latina. Nel mezzo tante belle occasioni per correre insieme e parlare della bellezza e, nello stesso tempo, della durezza di questo sport fatto di tante belle soddisfazioni ma anche di dolori.

Ecco ciò che ha scritto Matteo e che ha cercato di “tirarmi un po’ su’” in quest’altro week end senza corsa.

La passione per uno sport permette di condurre uno stile di vita fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire. Lo sport fa prendere direzioni per raggiungere traguardi, mete e obiettivi difficili, sfidanti ma non impossibili superando eventuali imprevisti lungo il percorso con fiducia in sé, con impegno, motivazione, passione e determinazione.

Lo sport incrementa consapevolezza, sviluppa autoefficacia consolidando la fiducia in se stessi di riuscire in qualcosa.
È importante valutare momento per momento se quello che si sta facendo è in linea con il proprio desiderio e il proprio bisogno. Bisogna essere resilienti e pronti al cambiamento, rimodulare gli obiettivi in base alle proprie condizioni fisiche attuali.

Si può fare tutto gradualmente e progressivamente con cautela e attenzione, fidandosi e affidandosi, apprendendo dai più esperti e dall’esperienza, iniziando a piccoli passi lenti con minimi obiettivi e poi ognuno prende la sua strada più o meno lunga, più o meno difficile.

Lo sport che fa apprezzare albe e tramonti, mari e laghi, parchi e strade, partenze e arrivi, solitudine e compagnia, se c’è l’uno ci può essere anche l’altro, se c’è negatività ci può essere anche positività, se c’è tristezza c’è anche allegria, l’uno serve all’altro per dare più valore; se c’è tensione ci può essere più relax, in gran parte dipende da noi se accettare o cambiare stato.

Siamo noi che possiamo scegliere la direzione che vogliamo e mobilitare le energie per andare verso un maggior benessere verso mete e obiettivi difficili e sfidanti ma raggiungibili, cercando di trasformare sogni in realtà e se non ci riusciamo sorridiamo e riproviamo in modo diverso apprendendo dall’esperienza e non isolandoci in una zona di troppo confort, scegliamo la vita anche se comporta il mettersi in gioco, il rischiare di sbagliare.

Si può uscire da ogni tunnel con fiducia e gradualità, con piccoli movimenti un passo alla volta, con le risorse residue cavalcando l’onda del cambiamento, continuando ad approfondire la conoscenza del proprio corpo e della propria mente. E’ molto fiducioso Mouhamed Boumalha che ora sta sperimentando uno stop dovuto all’infortunio ma è consapevole dell’importanza dello sport e del vedere altri che fanno sport ricevendo coraggio, ecco come lo spiega:

“Ero atleta dal 1986 fino a 2016 o ho avuto la spina calcaneare al tallone e un’artrosi alle due ginocchia quindi attualmente sono in un tunnel senza luce ma quando vedo dei veterani come me fare la maratona questo mi dà un po’ di coraggio, chi non ha ancora fatto una gara non conoscerà mai la vera forza del suo corpo e della sua mente, correre è un mondo di scoperta, uno studio con tutto un equilibrio psichico e fisico. Viva la corsa, attendo con ansia la mia guarigione per ricominciare a correre più forte.”

Lo sport fa sperimentare benessere e anche performance e soprattutto fa incrementare fiducia in sé, consapevolezza delle proprie possibilità, capacità e limite e soprattutto resilienza per attraversare periodi anche molto difficili trovando sempre strade per uscire da gallerie e tunnel più forti e motivati di prima.

Matteo SIMONE

CR7, LORENZO GEMMA, LUCA ONOFRILLO

Tempo addietro leggevo un articolo sulla differenza tra il prezzo ed il valore di alcuni campioni dello sport e il giornalista metteva in evidenza che spesso i più pagati erano indubbiamente anche quelli che valevano di più non solo in termini sportivi ma soprattutto in termini sociali. Così si scopriva che Cristiano Ronaldo era diventato un credibile testimonial dell’AVIS in quanto, per sua scelta, non “sporcava” il suo corpo con dei “modaioli” tatuaggi per non pregiudicare il suo periodico  appuntamento con la donazione del sangue, in ossequio ai valori trasmessi dalla mamma Maria Dolores.

Così un giorno, nel corso di una delle tante maratone corse insieme, mi avvicinavo a Lorenzo Gemma, mitico ultra-maratoneta romagnolo (con origini pugliesi) e gli spiegavo che, dati alla mano, lui valeva molto di più di Cristiano Ronaldo, viste le sue oltre 850 maratone/ultra svolte e, soprattutto le quasi 200 donazioni di sangue effettuate.

Infatti,  pochi sanno che il mitico Lorenzo, oltre a macinare chilometri e chilometri ogni domenica in ogni parte d’Italia (non disdegnando di fare qualche puntatina, con la sua fedele compagna di viaggio Rita, anche all’estero) impegna il suo tempo come donatore di sangue (non a caso l’ho visto sempre correre con la casacca AVIS FORLI’) e, oltre ad aver corse decine e decine di 100 Km, trascorre le proprie giornate come autista di mezzi per spostare i disabili in città, oltre che essere un valido componente della locale squadra della Protezione Civile.

Quindi, non bisogna valutare le persone solo per ciò che sono conosciuti, ovvero i goal di CR7 o gli arrivi al grido “…e stasera si….” nelle maratone svolte in ogni angolo d’Italia da Lorenzo, ma occorre apprezzarli e valutarli anche per le virtù un po’ nascoste e che vanno sicuramente evidenziate.

In tutto ciò cosa c’entra Luca Onofrillo?

I goal alla Ronaldo, nonostante l’impegno, non credo che sia in grado di farli….i chilometri di Lorenzo spero che un giorno possa iniziare a farne almeno qualcuno….ma in compenso stamani ha finalmente effettuato la sua prima donazione di sangue, che per un neo diciottenne (con la fissa per la patente, con la possibilità di potersi firmare finalmente le giustificazioni da solo ed il “pensiero light” per la maturità prossima) è già qualcosa di importante….soprattutto per il suo futuro!

 

DA 120 Kg. A 42 Km…LA CORSA DI PASQUALE GIZZI IL PODISTA (EX)TRA LARGE

E’ nato quasi per gioco con una sfida con un suo amico “l’impresa salutista-sportiva” di Pasquale Gizzi, che nel Novembre 2017, sceso dalla bilancia che segnava un bel 120 Kg. tondi tondi, ha deciso di mettersi a dieta e fare sport.

Seguito da un medico-nutrizionista ha impostato una dieta ferrea associando alla stessa la camminata sportiva che lo ha portato, quasi per gioco, a provare l’esperienza di una maratona camminando a passo veloce in quel di Roma nell’Aprile 2018.

Non pago, nel maggio successivo iniziava a fare tutto un po’ più seriamente, dopo essersi iscritto alla Podistica S. Salvo, cominciando a correre, approfittando del fatto di aver perso alcune taglie.

Nell’autunno 2018 l’esordio…. di corsa nella Mezza Maratona di Bruxelles ed a seguire nella Reggia-Reggia a Caserta, sempre sui 21 km.

L’idraulico sansalvese non si è certo fermato qui; anche perché alzarsi almeno tre volte a settimana alle 5.30 del mattino per allenarsi doveva necessariamente significare qualcosa di più importante per una persona con una grande forza di volontà come Pasquale.

E così, coadiuvato dal suo amico-allenatore Alessio Altieri, fiero di aver raggiunto la soglia dei 72 Kg., domenica scorsa ha corso la sua prima maratona a Terni concludendo con il rispettoso tempo di 4h 16’ la Maratona di S. Valentino.

Pasquale Gizzi con l’ausilio di una corretta alimentazione ed una costante attività fisica è riuscito a “trasformarsi” fisicamente lasciando per strada una cinquantina di kg. e raggiungendo la soddisfazione, come ce ne sono poche al mondo, di chiudere una maratona di corsa, portando a casa il prezioso trofeo della medaglia degli innamorati ….della vita!

CORRERE E MANGIARE DURANTE LE VACANZE DI NATALE

Durante le festività natalizie il runner dovrebbe essere esentato da tutte le cene aziendali, le feste con parenti, le rimpatriate con gli amici, gli incontri culinari con i compagni di squadra (tipo quello svolto la settimana scorsa con la Podistica S. Salvo) perché tutte queste attività extra sportive sono finalizzate a perdere la forma acquisita prima dell’ultima settimana dell’anno.

Invece questo privilegio non ci è concesso ed a questo punto occorre una strategia difensiva.

Se non si ha voglia di continuare con i ritmi di allenamento pre-natalizi (in quanto un po’ di relax, sia fisico che mentale è importante a Natale) l’opzione più semplice rimane certamente quella di fare una bella camminata quotidiana tra i 30 e 60 minuti possibilmente a passo sostenuto per aumentare il dispendio calorico; infatti camminare rimane il metodo più facile per smaltire le leccornie natalizie.

Nell’ipotesi in cui si vuole continuare a correre durante la pausa natalizia (anche perché in teoria ci sarebbe più tempo a disposizione per gli allenamenti) sarebbe buona norma effettuare gli allenamenti mattutini (al massimo un’ora) a digiuno per cercare di bruciare più grassi possibili (specie quelli assimilati in occasione dei bagordi natalizi) oppure sfruttare la cosiddetta “finestra anabolica” per degustare a fine allenamento qualche dolcetto al quale proprio non si vuol rinunciare.

In ogni caso, sarebbe cosa giusta non spizzicare dolci o leccornie varie ad ogni occasione nell’arco della giornata; come contenersi dal consumo di alcolici (vini e spumanti, purtroppo imperversano nel periodo natalizio) a vantaggio del bere tantissima acqua (almeno due litri al giorno), ancor meglio aromatizzata allo zenzero, che ha la capacità di disintossicare.

Ma come comportarsi con le pietanze tipiche nei pranzi e cene natalizie?

La regola è sempre la stessa: nessun cibo è proibito e la moderazione è il segreto di tutto, cercando sempre di non cadere nell’ingordigia.

Personalmente ho una mia regola atavica legata alle varie fasi della giornata; dolci solo al mattino, carboidrati fino a pranzo e cena possibilmente leggera e ricca di proteine; ma non chiedetemi se la rispetto nel periodo natalizio.

Un’altra regola che dovrebbe valere tutto l’anno, per ovvi motivi, ma che nella fase natalizia è quasi d’obbligo è quello di limitare il consumo di sale a vantaggio di altre spezie tipo: curcuma, zenzero, curry, pepe nero, ecc.

La frutta non è mai proibita, anzi in certi pranzi potrebbe essere il naturale sostituto del dolce (specie se servito nel tardo pomeriggio).

Si ma cosa fare con il pandoro ed il panettone che giacciono sotto l’albero di Natale pronti per essere scartati? Certo che si possono mangiare ma non tutti a Natale ….si possono conservare e consumare nelle future colazioni: così da assaporarli spalmati nel tempo (magari una fetta ogni mattina) e non trangugiati tra la vigilia di Natale e S. Stefano!

Insomma, pensare di passare le feste con petto di pollo ed insalatina (alla Ronaldo style) credo che sia un po’ triste e poi c’è sempre il monito: appena finite le feste dieta e maggior attività fisica!

 

I EDIZIONE DELLA WINE RUN A S. SALVO A BUCCI E FERRITTI

E’ stata una bella mattinata di sole ad accompagnare gli atleti ed i camminatori della I edizione della Wine Run svoltasi a S. Salvo organizzata dal Supermercato Raspa con la collaborazione della Onlus “Lory a colori” ed il supporto tecnico della Podistica S. Salvo.

La gara competitiva di 13 km. è stata vinta dal “keniano di Fossacesia” Antonio Bucci (Tocco Runner) che ha preceduto il vastese Nicolino Zuzù Catalano (I lupi d’Abruzzo) e Umberto D’Agostino (Runners Casalbordino), mentre in campo femminile grande supremazia di Iolanda Ferritti (Nuova Atletica Isernia) che ha preceduto Alessandra Bruno (Podistica Vasto) e Annalisa Fitti (Podistica S. Salvo).  Oltre alla gara valevole per il circuito podistico Corrilabruzzo ed al prologo delle gare riservate ai ragazzi,  vi è stata anche una passeggiata di circa 2,5 km. dove hanno partecipato grandi e piccini, ed in particolare molti membri dell’associazione “Lory a colori” che sfoggiavano delle coloratissime maglie celebrative della manifestazione.

Impeccabile l’organizzazione della Podistica S. Salvo, coordinata da Giampaolo Colameo, che ha degnamente sostituito il presidente Michele Colamarino (al quale tutto il gruppo dei podisti ha dedicato un affettuoso applauso per celebrare il suo compleanno) in fase di guarigione.

Particolarmente soddisfatto Nicola Raspa, responsabile del Supermercato Raspa, che ha voluto destinare tutto il ricavato della manifestazione all’attività principale denominata “Niente scuse per la salute” organizzata dall’associazione “Lory a colori”guidata da Monica Marinari.

Presenti alla manifestazione anche alcuni amministratori comunali guidati dall’Assessore alla Sport Tonino Marcello (regolarmente iscritto alla camminata), Giancarlo Lippis e Oliviero Faienza.

Nella stessa giornata buonissime notizie dalla Maratona di Parma per i ragazzi della Podistica S. Salvo (vinta dall’abruzzese Alberico Di Cecco) con il 24° posto assoluto in 2h54’ per Vincenzo Del Villano che ha preceduto di qualche posizione Angelo Iademarco; buonissime le prestazioni anche di Gianfranco Mastrangelo, Giuseppe Bonelli e Maurizio D’Aloisio in prospettiva della imminente Maratona di New York.

Prossimo appuntamento per la Podistica S. Salvo sabato 20 presso la pista di atletica “Pietro Mennea” con il consueto appuntamento annuale con “il ragazzo/a più veloce di S. Salvo” sponsorizzato da Metamer energia e gas.

CORRERE? MA FA TROPPO CALDO…

In questi giorni di gran caldo molti podisti hanno pensato di mollare tutto perché non vale la pena di soffrire così tanto con le elevate temperature e l’alto tasso di umidità nell’aria.

Gli effetti del caldo sul rendimento fisico sono obiettivamente devastanti e occorre necessariamente ingegnarsi con dei rimedi, per non perdere la sana abitudine della corsa.

Cercare di correre alle prime luci del giorno, con una temperatura poco sopra i 20° è il primo e più efficace rimedio, ma bisogna capire come si è trascorsa la serata precedente!

Approfittare di un temporale: appena terminata una pioggia rinfrescante si deve approfittare a sostenere la propria uscita di corsa che sarà decisamente più clemente con il proprio fisico abituato a essere “depresso” dalla calura imperante.

Ridurre la durata delle sedute permette di non stressare eccessivamente il proprio accaldato fisico, che sicuramente dopo 8/10 km, in presenza di alte temperature, comincia a far segnare l’allert di pericolo psico-fisico. Preparare una maratona autunnale durante un’estate calda è molto disagevole, oltre che obiettivamente faticosa.

Scegliere un posto di vacanza in montagna: non si è costretti a fare le levatacce e si riuscirà a correre a qualsiasi ora. Ricordo con piacere le mie vacanze in Trentino dove andavo a correre in mezzo ai boschi dolomitici nell’ora della pennichella pomeridiana del resto della mia famiglia…tanto c’era l’aria condizionata “naturale”.

Inserire dei tratti di cammino soprattutto se si decide di fare un “lungo” per tenere sotto controllo la temperatura del proprio fisico e mantenere bassa la frequenza cardiaca.

Partire per l’allenamento più tranquilli fin dall’inizio e non mettersi in testa di dover avere il ritmo solito (per quello specifico allenamento) che si tiene nelle stagioni più fresche.

Corri su un anello: approfitta di una fonte rinfrescante (fontanella, doccia esterna o semplicemente del fresco) e approfitta di essa per fare una pausa rinfrescante. Sulla ciclabile tra Vasto e S. Salvo ci sono circa otto/nove fontane: nei giorni più caldi, per sopravvivere alla canicola, specie nei lunghi, non ne salto nemmeno una!

Soluzione estrema: chiuditi dentro su un tapis roulant e accendi l’aria condizionata/ventilatore, ma mai pensare di mollare!