DA 120 Kg. A 42 Km…LA CORSA DI PASQUALE GIZZI IL PODISTA (EX)TRA LARGE

E’ nato quasi per gioco con una sfida con un suo amico “l’impresa salutista-sportiva” di Pasquale Gizzi, che nel Novembre 2017, sceso dalla bilancia che segnava un bel 120 Kg. tondi tondi, ha deciso di mettersi a dieta e fare sport.

Seguito da un medico-nutrizionista ha impostato una dieta ferrea associando alla stessa la camminata sportiva che lo ha portato, quasi per gioco, a provare l’esperienza di una maratona camminando a passo veloce in quel di Roma nell’Aprile 2018.

Non pago, nel maggio successivo iniziava a fare tutto un po’ più seriamente, dopo essersi iscritto alla Podistica S. Salvo, cominciando a correre, approfittando del fatto di aver perso alcune taglie.

Nell’autunno 2018 l’esordio…. di corsa nella Mezza Maratona di Bruxelles ed a seguire nella Reggia-Reggia a Caserta, sempre sui 21 km.

L’idraulico sansalvese non si è certo fermato qui; anche perché alzarsi almeno tre volte a settimana alle 5.30 del mattino per allenarsi doveva necessariamente significare qualcosa di più importante per una persona con una grande forza di volontà come Pasquale.

E così, coadiuvato dal suo amico-allenatore Alessio Altieri, fiero di aver raggiunto la soglia dei 72 Kg., domenica scorsa ha corso la sua prima maratona a Terni concludendo con il rispettoso tempo di 4h 16’ la Maratona di S. Valentino.

Pasquale Gizzi con l’ausilio di una corretta alimentazione ed una costante attività fisica è riuscito a “trasformarsi” fisicamente lasciando per strada una cinquantina di kg. e raggiungendo la soddisfazione, come ce ne sono poche al mondo, di chiudere una maratona di corsa, portando a casa il prezioso trofeo della medaglia degli innamorati ….della vita!

RIPRENDERE A CORRERE DOPO LE FESTIVITA’ NATALIZIE

Con il 6 gennaio, “l’Epifania, tutte le feste porta via”. Per sconfiggere la “depressione da festività e, soprattutto, i chili di troppo non c’è di meglio che una bella corsetta, specie nelle ore più calde della giornata (ad esempio: durante la pausa pranzo).

Dopo le maratone alimentari di Natale, di solito la prima priorità è perdere peso, in modo da togliere i chili di troppo. Il passo immediatamente successivo è quello di rimettersi in forma, recuperando così tutto il tempo durante il quale non si è svolto nessun tipo di attività fisica.

Se proprio di correre non viene voglia si può cominciare con qualcosa di più semplice: passeggiare. Non è fortemente impegnativo e farlo almeno tre o quattro volte a settimana, per 35-45 minuti, può aiutare a buttare via i chili in eccesso, ovviamente unito ad una dieta depurativa dopo le sbornie natalizie.

Ovviamente correre aiuta molto di più a “rimettersi in riga”, senza dimenticare che il vero runner si è sempre allenato costantemente, anche tra panettoni e lenticchie!

La corsa, infatti, consente non soltanto di bruciare velocemente calorie, ma anche di riattivare il metabolismo e tonificare tutti i muscoli del corpo, senza passare attraverso il calvario della odiosa e rigida dieta. Non serve diventare maratoneti per raggiungere l’obiettivo di perdere quel paio di chili di troppo accumulati tra pranzi e cenoni. Basta fare qualche chilometro due o tre volte alla settimana, ma con costanza e senza scoraggiarsi se, al primo allenamento, il fiatone arriva troppo presto. Correre in compagnia del partner o di amici sicuramente distrae la mente e permette di avere un approccio migliore con questo sport.

Con le fredde giornate di gennaio, il rischio è quello di lasciarsi impigrire dalle basse temperature o dal sole che tramonta presto. Certo, lo sappiamo tutti che la primavera ha un richiamo più forte, ma anche fare sport in inverno ha un fascino tutto suo.

Ricordo con piacere che alcuni anni fa programmai volutamente una gara tra Natale e Capodanno: era la 6 ore di Lucera che corsi con il mio amico Domenico. Durante le sei ore passate a correre psicologicamente era importante sapere che stavo bruciando tutti quegli eccessi alimentari del pranzo della vigilia e di Natale.

In quella gara non c’era alcun obiettivo particolare se non quello di rimettersi in forma dopo i cenoni ed i pranzi natalizi e “fare un po’ di posto” a quello che doveva ancora venire con il cenone di fine anno ed il pranzo di Capodanno.

CI VORREBBE … UN AMICO

Correre da solo ha il suo fascino ma alla lunga può stancare.

Correre in compagnia, soprattutto all’inizio dell’attività podistica, quando il running è una pratica ancora tutta da scoprire, può essere un’arma vincente soprattutto per quel che concerne la continuità nell’esercizio. Avere almeno un compagno con il quale condividere la fatica dell’allenamento significa essere più motivati, più determinati, in quanto c’è un maggior rispetto degli orari, della volontà di essere presenti all’allenamento e, soprattutto, una voglia di condivisione dello sforzo atletico. Inoltre, avere un preciso appuntamento con qualcuno per allenarsi insieme spinge l’atleta ad essere presente all’allenamento ed a non saltarlo nemmeno quando si è particolarmente stanco e demotivato.

All’inizio della mia attività, e per inizio intendo almeno i primi due anni, l’avere a fianco una persona come Giuseppe è stato (così come sostenuto nei primi capitoli di 10 ANNI DI CORSA) l’arma vincente per dare continuità e persistenza alle varie uscite. Così come progettare l’idea di affrontare la prima maratona è stata condivisa proprio con il mio compagno di allenamento dell’epoca, il quale ancora oggi mi ricorda la mia ritrosia nei confronti della regina delle gare podistiche.

Quando si corre da soli la fatica della corsa sembra un’avversaria troppo forte da battere; i chilometri sembrano che non passino mai; dopo un quarto d’ora di corsa già si è in preda alla noia.

Con l’ausilio di un amico tutto ciò può passare in secondo ordine, perché correre in compagnia allevia sensibilmente certe sensazioni negative: così chiacchierare mentre si corre diventa un modo efficace per ammazzare la noia ed i chilometri scorrono più veloci sotto le gambe.

La corsa in compagnia riesce a far andare più forte (specie se il compagno di corsa è più forte di te), più lontano, facendo meno fatica e, complice le chiacchiere ed un po’ di sana rivalità, correre insieme diventa decisamente più divertente e stimolante.

Non è un caso che da un sondaggio condotto da una rivista di settore si è visto che circa il 77% dei runners corre sempre, o spesso, in compagnia.

Con il passare degli anni sono stati tanti i miei compagni di corsa, in particolar modo i miei compagni di squadra della Podistica S. Salvo che a volte si incontrano anche casualmente sul lungomare o sulla pista di atletica.

Negli ultimi anni tanti allenamenti, ma soprattutto tante gare, le ho affrontate con Fabio (esaltante l’esperienza insieme nella 100 km del Passatore) che si è sempre dimostrato un compagno affidabile e ricco di motivazioni (da ultimo la voglia di voler correre tutte le major in giro per il mondo)!

Mentre fare un allenamento insieme ad un compagno di corsa è abbastanza solito, condividere insieme le fatiche di una gara è cosa più difficile ed insolita. Però sia con Giuseppe (in una maratona di Roma) che con Fabio (oltre al Passatore, anche la Eco-maratona dei Marsi e la Collemarathon insieme anche a Sergio) ho condiviso anche questa esperienza che sicuramente è stata particolarmente avvincente.

Un altro compagno di gara è sicuramente il mitico Domenico che durante le sue oltre 200 maratone ha corso almeno  con il 70% dei maratoneti  italiani, per tanta voglia che ha, in ogni gara, di condividere la strada con uno o più compagni di corsa, spesso facendo il pace maker  così quasi da istituzionalizzare la sua presenza in una certa gara.

LA CORSA: EUFORIA NATURALE

Lasciarsi conquistare dalle sensazioni di benessere e di soddisfazione interiore che la corsa ci può donare è uno degli aspetti più intriganti di questo sport apparentemente semplice e basico ma che nasconde delle  percezioni incomparabili.

Tecnicamente si parla di runner’s higt ed è quell’aspetto che sopraggiunge durante la corretta attività fisica che sprigiona la produzione di endorfine, potenti sostanze chimiche definite ormoni della felicità (prodotte in maniera naturale dal nostro cervello), in grado di indurre un grande senso di benessere al corridore riducendo la sensazione di dolore e fatica.

E’ tipica nei podisti amanti delle lunghe distanze in quanto il livello di endorfine aumenta con l’esercizio fisico (per essere chiari con il numero di chilometri) ed innesca la reazione descritta che trasmette quasi un senso di invincibilità ed euforia che trasforma la corsa (la maratona o addirittura l’ultra maratona) in una esperienza quasi mistica.

E’ un concetto/sensazione che per “l’astemio della corsa”  è difficile da comprendere in tutta la sua interezza  e spesso chi non corre prende per pazzo o esaltato chi invece riesce a condividere e  possedere queste sensazioni uniche.

E’ importante avere un approccio peculiare con la corsa: la corsa deve essere sostanzialmente una via di fuga dallo stress e non essa stessa una fonte di stress.

Mentre si corre si deve sempre mantenere un atteggiamento positivo; funziona anche ripetersi interiormente dei mantra positivi come “mi sento bene” oppure “non mollare mai” sia che le sensazioni del corpo siano positive che non . Il corpo segue la mente: i pensieri negativi distruggono il divertimento.

A volte è difficile provare sensazioni piacevoli mentre si fa una fatica incredibile e si suda  e si annaspa con il fiato corto: sarebbe il caso di inserire nella corsa dei tratti al passo in modo da controllare l’impegno e prevenire dolori e fatica insopportabili.

Insomma, certe emozioni le regala solo la corsa, con il suo effetto benefico e quasi terapeutico  che ripaga di ogni singolo momento di difficoltà e di fatica e da ogni momento in cui verrebbe voglia di  mollare tutto ma invece si tiene duro.

 

INIZIARE A CORRERE: A PICCOLI PASSI PER UN GRANDE OBIETTIVO

Quando si inizia a correre, per quanto piano si vada, l’importante è non fermarsi.

La maggior parte delle persone pensa che cominciare a correre sia un’impresa ardua, irta di difficoltà ed inconvenienti. Niente di tutto ciò. Quello che serve è principalmente la volontà di affrontare la sfida, una minima fiducia in se stessi ed una buona dose di costanza.

Le motivazioni le dobbiamo trovare dentro di noi: per questo dobbiamo pensare in grande (dandoci un obiettivo preciso) ma allo stesso tempo fare le cose con gradualità, altrimenti l’infortunio è sempre dietro l’angolo.

Un minuto in più di corsa, nell’allenamento successivo, non è poco è tantissimo; smettere di camminare e correre a qualsiasi ritmo per tutta la seduta di allenamento è già di per se’ un risultato!

La vera differenza che farà di Te un vero podista è la costanza; il perseverare nonostante i dolori, le distrazioni, nonostante il tempo che manca sempre, nonostante i risultati che spesso tardano a venire.

Non vergognatevi a chiedere consigli a chi ne sa più di voi, leggete e documentatevi, come ogni cosa nuova deve essere assimilata prima con la testa e poi con il fisico.

Correte verso i vostri sogni:il Trofeo Potalivo, la Mezza Maratona di Pescara, la Maratona di Roma,la Maratona di New York o, più importante ancora, ilmiglioramento della vostra vita.

La magia della corsa sta nel tornare a stare bene con il proprio corpo, tornare a piacersi, sentirsi di nuovo adeguati allo sguardo degli altri.

Quando proprio non riesci a liberarti e trovare l’oretta di tempo da dedicare alla corsa ci sono dei piccoli e semplici accorgimenti come evitare di prendere l’ascensore, evitare di prendere l’autobus per due fermate, parcheggiare l’auto in un posto lontano ed approfittare di fare dei passi a piedi, magari a passo spedito.

Ovviamente non si potrà ottenere tutto e subito. La corsa ha bisogno dei propri tempi ed ognuno di noi ha i propri. Facciamo del movimento un vero e proprio stile di vita.

 

 

 

 

CORRERE? MA FA TROPPO CALDO…

In questi giorni di gran caldo molti podisti hanno pensato di mollare tutto perché non vale la pena di soffrire così tanto con le elevate temperature e l’alto tasso di umidità nell’aria.

Gli effetti del caldo sul rendimento fisico sono obiettivamente devastanti e occorre necessariamente ingegnarsi con dei rimedi, per non perdere la sana abitudine della corsa.

Cercare di correre alle prime luci del giorno, con una temperatura poco sopra i 20° è il primo e più efficace rimedio, ma bisogna capire come si è trascorsa la serata precedente!

Approfittare di un temporale: appena terminata una pioggia rinfrescante si deve approfittare a sostenere la propria uscita di corsa che sarà decisamente più clemente con il proprio fisico abituato a essere “depresso” dalla calura imperante.

Ridurre la durata delle sedute permette di non stressare eccessivamente il proprio accaldato fisico, che sicuramente dopo 8/10 km, in presenza di alte temperature, comincia a far segnare l’allert di pericolo psico-fisico. Preparare una maratona autunnale durante un’estate calda è molto disagevole, oltre che obiettivamente faticosa.

Scegliere un posto di vacanza in montagna: non si è costretti a fare le levatacce e si riuscirà a correre a qualsiasi ora. Ricordo con piacere le mie vacanze in Trentino dove andavo a correre in mezzo ai boschi dolomitici nell’ora della pennichella pomeridiana del resto della mia famiglia…tanto c’era l’aria condizionata “naturale”.

Inserire dei tratti di cammino soprattutto se si decide di fare un “lungo” per tenere sotto controllo la temperatura del proprio fisico e mantenere bassa la frequenza cardiaca.

Partire per l’allenamento più tranquilli fin dall’inizio e non mettersi in testa di dover avere il ritmo solito (per quello specifico allenamento) che si tiene nelle stagioni più fresche.

Corri su un anello: approfitta di una fonte rinfrescante (fontanella, doccia esterna o semplicemente del fresco) e approfitta di essa per fare una pausa rinfrescante. Sulla ciclabile tra Vasto e S. Salvo ci sono circa otto/nove fontane: nei giorni più caldi, per sopravvivere alla canicola, specie nei lunghi, non ne salto nemmeno una!

Soluzione estrema: chiuditi dentro su un tapis roulant e accendi l’aria condizionata/ventilatore, ma mai pensare di mollare!

INIZIARE A CORRERE

Alla fine, anche i bambini sanno correre, ed è la cosa più naturale che si possa fare dopo la pipì.

I primi allenamenti devono essere formati da camminate veloci e corse alternate. Principio di base: alternare qualche minuto di corsa a qualche minuto di cammino, aumentando i minuti di corsa pian piano fino ad eliminare la parte “di cammino” dopo qualche settimana. Anche perché l’obiettivo da raggiungere in fretta è quello di correre in maniera costante.

Nel correre occorre molta disciplina: bisogna dosare le forze senza strafare all’inizio ed andare in apnea dopo alcuni chilometri, ma cercare di trovare sin da subito un ritmo congeniale che ci permetterà di dare un senso alla performance sportiva.

Nel mio primo anno di corsa, trascorso per la maggior parte con il mio amico Giuseppe sul lungomare di S. Salvo, soprattutto durante la pausa pranzo, ricordo la difficoltà nel superare i 50 minuti di corsa.

Arrivato al 48°/50° minuto di corsa si alzava quasi un muro invalicabile che spesso mi faceva mollare l’attività. A volte capitava, invece che superato quel minutaggio, e superata l’avversità del momento riprendevo di buona lena la corsa. Posso dire, come si dice in gergo, che il mio primo muro che ho incontrato nella corsa è stato quello del 50° minuto.

Con il passare degli anni e degli allenamenti un po’ più mirati e congeniali sono riuscito tranquillamente a superare codesta difficoltà, anche se, devo ammettere, che ancora oggi quando non ho molto tempo per sostenere una seduta di allenamento molto corposa in termini di chilometri,spesso finisco la mia seduta di allenamento proprio allo scoccare dei 50 minuti.

Iniziare a correre significa principalmente, oltre che armarsi di tanta buona volontà, essere dotati del minimo sindacale per affrontare le difficoltà della strada: delle buone scarpette da corsa ed una canotta/maglietta.

La domanda che spesso mi viene rivolta dal neofita di turno è: “quale scarpa da corsa mi consigli?”

La risposta è sempre la stessa: tutte le grandi marche di scarpe sportive hanno la scarpa giusta basta solo trovarla in base al peso ed a altre caratteristiche, ad esempio bisogna capire se si è pronatori o supinatori che, attenzione, non sono due parolacce.

In sintesi basta rivolgersi ad un buon negozio di articoli sportivi nel quale il gestore riesce a dare sempre il consiglio giusto.